Dille che mi hai visto.

Dille che mi hai visto.
Che mi sono messo in regola, ho trovato un buon lavoro.
Dille che sto bene.
Che la mattina mi alzo e ho cento cose da fare, sono impegnato. 
Non perdo più tempo, al nostro bar non ci vado più, da almeno un anno.
Dille che ho iniziato addirittura a leggere un libro. Parla di un gabbiano. È molto bello.
Ho imparato a stare anche in silenzio.
E non trascino più i piedi quando cammino, sto andando ad un corso di ballo, lo sai?
C'ho conosciuto Maria, ha le sue stesse labbra.
Va tutto bene, sul serio.
Ma tu diglielo mi raccomando.
Dille che sotto casa sua non ci passo più, che le strade le ho dimenticate. Non ricordo nemmeno qual è la sua finestra. 
Quanto ci divertivamo.
In piazzetta non ci vado più, non ho più le tasche piene di roba. Ho smesso. Ho buttato via tutto. Lame, ferri, l'agendina con i numeri.
Dille che sono vestito bene, che quel deficiente di Carlo s'è trasferito, se n'è andato al nord.
Dille che non c'è bisogno che mi ridia nulla indietro. Che stasera la porterei in un bel ristorante.
Che la sua foto, quella con la neve dietro, la tengo ancora.
Diglielo.
Lei girerà la testa dall'altra parte, urlerà che non le importa. Si strofinerà il naso. 
Ma tu diglielo lo stesso, ti prego.
Diglielo che mi hai visto. 

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Bip

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Unghie sporche